Negli ultimi anni, il mondo imprenditoriale italiano ha vissuto una profonda trasformazione, spinta da un contesto normativo sempre più esigente e da un mercato in continua evoluzione. Le piccole e medie imprese (PMI), pilastro fondamentale del nostro sistema economico, si trovano oggi davanti a una sfida decisiva: rafforzare il proprio assetto organizzativo e gestionale per garantire solidità, trasparenza e sostenibilità nel tempo.
Uno dei principali riferimenti normativi in questo scenario è l’articolo 2086 del Codice Civile, che impone all’imprenditore l’obbligo di istituire adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, capaci di assicurare una gestione efficace e di prevenire eventuali crisi aziendali. Non si tratta solo di un adempimento formale, ma di un vero e proprio cambio di prospettiva nella cultura d’impresa: non si può più navigare “a vista”, ma occorre adottare strumenti e metodi per pianificare, controllare e decidere con consapevolezza.
A rafforzare questa impostazione è intervenuto il Decreto Legislativo 12 gennaio 2019 n. 14, che ha introdotto il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Questo decreto ha reso ancora più centrale l’importanza del controllo di gestione per le PMI, sancendo l’obbligo di monitorare in modo proattivo la propria situazione economico-finanziaria. Le aziende devono quindi dotarsi di un sistema strutturato per la raccolta, l’analisi e la previsione dei dati, al fine di individuare per tempo eventuali segnali di difficoltà e attuare misure correttive.
Cosa significa, concretamente, avere “adeguati assetti”? Significa poter contare su una struttura organizzativa chiara, con ruoli e responsabilità ben definiti, su procedure di controllo interno efficienti, su strumenti di reporting affidabili e aggiornati, e su un sistema decisionale che si basi su dati oggettivi. Vuol dire monitorare con costanza i flussi finanziari, i costi, i ricavi e le performance operative, così da pianificare con lungimiranza e affrontare con prontezza le sfide del mercato.
Tutto questo non solo aiuta a migliorare la governance aziendale, ma rappresenta anche una tutela concreta per l’organo amministrativo, che può così svolgere il proprio ruolo con maggiore consapevolezza e ridurre la propria esposizione a responsabilità patrimoniali personali.
Molte imprese stanno già reagendo positivamente a questi cambiamenti, investendo in formazione, consulenze specialistiche e soluzioni digitali per potenziare il proprio controllo di gestione. Questo processo di evoluzione non è solo un obbligo normativo, ma una vera opportunità di crescita e di competitività: le aziende che sanno adattarsi, anticipare i rischi e prendere decisioni basate su dati concreti sono quelle che riusciranno a resistere alle crisi e a cogliere nuove occasioni di sviluppo.